lunedì 19 aprile 2010

STRABOLOGNA 2010 - 2

Carissimi,
questa giornata sarà ricordata da me a lungo, per le intense emozioni che mi ha saputo regalare.
La giornata non era iniziata al meglio.
Alle 7.20 considerando le condizioni climatiche avverse, ho telefonato a Claudio, chiedendogli se aveva già pronto un piano "B" di riserva, e al suo diniego, con il mio solito folle ottimismo ho risposto che comunque non era importante, poiché sarebbe uscito sicuramente il sole.......
Non ero certo in condizioni atletiche tali da essere in grado di partecipare alla gara correndo e spingendo tanto meno una carrozzina.
Nei giorni precedenti non avevo condotto uno stile di vita prettamente da sportivo... I miei amici continuavano a invitarmi a cena ed io non potevo certamente essere scortese...
Con queste premesse non avevo alcuna speranza, ed era già un enorme successo se riuscivo a raggiungere il traguardo, nonostante avessi avuto la fortuna di spingere Lollo.
Alla partenza ho visto solo sfrecciare Mattia e Claudio e un indiavolato Luca che aveva il compito più difficile, per il peso che doveva spingere.
Per me, sicuramente era sotto effetto doping...... e gli è andata bene che non hanno effettuato alcun test... (non diteglielo a Luca, la mia è solo una sfacciata invidia, neanche se fossi preparato direttamente dal figlio del vento riuscirei mai a superarlo).
Per dosare bene le pochissime forze, ho cominciato solo camminando di buon passo, poi molto probabilmente caricato dall'entusiasmo di Lollo che mi esortava a correre, agitando le sue braccia, ho deciso di provarci anch'io.
Non so in che modo, forse aiutato anche dall'assenza del sole, sono riuscito ad accodarmi a Mattia e Claudio, (di Luca avevo già perso le tracce da tempo e presumo che fosse già arrivato ), ed insieme a loro un pò correndo e molto passeggiando ci siamo avvicinati alla fine del percorso.
A questo punto dopo una breve sosta ai box... Causa cambio acqua di Lollo siamo ripartiti.
Non mi andava proprio di non fare felice Lollo, ed in Piazza Maggiore a 15 metri dal traguardo, nonostante avessi la lingua che rasentava i lastroni, ho inseguito con tutte le forze residue Claudio e Mattia che avevano lanciato lo sprint finale.
Ricordo di essere stato anche un pò incosciente, nonostante il Lollo fosse ben ancorato alla carrozzina, poiché ci siamo fatti strada in un piccolo spazio rasentando paurosamente le transenne e riuscendo a superare Claudio e Mattia.
Sulla riga del traguardo ho smesso di spingere e avrei tanto voluto che Lollo spingendo con il suo piede, fosse riuscito da solo a superato quella linea...
Non è stato così, ma da folle ottimista spero che il prossimo anno possa riuscirci...
A me rimane la felicità di averlo fatto partecipare, e comunque lui e gli altri ragazzi hanno sicuramente vinto idealmente la Strabologna 2010!
Avviso già da adesso che il prossimo anno mi presenterò in condizioni fisiche strepitose... E anche Luca e tutti gli altri non avranno alcuna speranza !!!!
Alla prossima...

Silvestro

mercoledì 14 aprile 2010

STRABOLOGNA 2010

LA STRADA ERA CON I SASSI…

CON LE CARROZZINE…

LA CINTURA DEI PIEDI ME L’HANNO MESSA SUL PETTO, PER NON CADERE NEI BUCHI…..

HA SPINTO CLAUDIO LA PRIMA PARTE, POI LA SECONDA HO SPINTO IO; POI HO SMESSO DI ANDARE PERCHE’ SONO STATO STANCO.

ALLA FINE C’è STATA LA PREMIAZIONE CHE SIAMO STATI TUTTI SOTTO AL PALCO, CHE IO HO PORTATO A CASA UN PACCO DI PASTA, CHE….

LO VORREI FARE ANCORA QUELLO CHE HO FATTO.

Testimonianza di Mattia Matteuzzi sulla sua partecipazione alla Strabologna nella squadra AIAS BO.

lunedì 12 aprile 2010

INDIPENDENZA NEGATA

Nonostante la mia disabilità fisica, fin da piccola sono stata educata con severità, proprio per responsabilizzarmi e rendermi protagonista della mia vita, anche se questo significava dover affrontare, giorno dopo giorno, una società intollerante verso tutto ciò che non era “apparentemente normale”.

Non ho mai voluto un’esistenza che mi contringesse a nascondermi dagli altri e di vergognarmi di me stessa. Anche se quando sono nata erano gli anni in cui per noi disabili non c’era spazio nel mondo. Molti venivano tenuti in casa o in strutture “adeguate”, per così dire, per il bene di noi stessi. A quel tempo era una vergogna parlare di inserimento nella società, non c’era nè la mentalità e di conseguenza le risorse per l’inserimento in qualunque ambiente.

Fortunatamente da allora la mentalità è abbastanza cambiata, grazie a famiglie combattive e determinate a inserire i propri figli nella nostra società. Con molta fatica oggi siamo riusciti a farci spazio nel mondo e a crearci una nostra vita, fatta di istruzione, lavoro, amore, famiglia, figli e amici.

Durante la mia gioventù non sempre era facile entrare a far parte di alcuni gruppi dai molti preconccetti. Solo l’espperienza mi ha portato a scegliere persone che andavano oltre le apparenze. Ho inparato che bastava superare i primi momenti di imbarazzo, facendo capire alle persone che potevamo essermi amici in modo naturale e semplice, senza trovarci, entrambi, in una situazione forzata.

Ovviamente, è molto importante parlarsi, dirsi reciprocamente come superare le difficoltà che, inevitabilmente, possono crearsi.

Malgrado siano trascorsi quasi vent’anni dalle discriminazioni che ho subito in passato, ancora oggi non riesco ad accettare certi sguardi “pietosi” o impauriti. Trovo scovolgente verificare quanto ci sia ancora da fare in tal senso. Non voglio in nessun modo rinegare i molti progressi fatti in tanti anni.

Il mio modo d’essere e la curiosità verso gli altri mi hanno sempre aiutato a instaurare nuovi rapporti interpersonali, a frequentare ambienti in cui c’era come priorità l’amicizia, il piacere di stare insieme per divertirsi e per condividere le proprie storie, i sogni e le aspettative della nostra generazione.

Il percorso che ho fatto mi ha portata ad avere molte soddisfazioni Personalmente, io continuerò a lottare per combattere e per superare le barriere culturali, che sono ben più pericolose di quelle archittettoniche.

Purtroppo, con il trascorrere degli anni, le difficoltà che ho nel camminare mi costringono ad avere costantemente bisogno ad essere accompagnata, in tutti i miei spostamenti: il mio equilibro fisico non mi permette più di muovermi da sola e di andare dove voglio, quando lo desidero.

Spesso, anche coloro che quotidianamente prendono parte alla mia vita, inevitabilmente si sotituiscono a me, credendo così di agevolarmi. Da parte mia, capisco che chi mi conosce da sempre vuole facilitarmi il più possibile la vita ed è così. Ma è altrettanto vero che alcune volte, involontariamente, queste persone ististivamente si sostistuiscono a me per la loro tranquillità. Spesso prediligerei essere io stessa chiedere quello di cui ho bisogno, quando ne ho necessità.