venerdì 8 giugno 2012

AIAS c'è anche nei momenti difficili


Già il 2011 è stato un anno difficile per il terzo settore e per le realtà che vi operano a causa dei tanti tagli ai servizi sociali e alle risorse: la riduzione del Fondo per le politiche e l'azzeramento di quello per la non autosufficienza, hanno stravolto, infatti, la vita di molte persone, soprattutto di quelle più fragili, come i disabili. Nel 2012, la gestione dei servizi e delle attività inciderà ancora nel futuro perché le riforme economiche stanno colpendo sempre di più le famiglie.

AIAS Bologna ONLUS fa proprie le motivazioni che hanno spinto la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione Associazioni Nazionali Disabili) a mobilitarsi per cercare di ridurre i danni contenuti nell'ipotesi di cambiamento dell'ISEE allo studio del governo Monti. Questa riforma, allo stato della conoscenza attuale, rischia infatti di danneggiare le persone con disabilità e le loro famiglie, mettendo in forse l'indennità di accompagnamento che, per molti di essi, costituisce un’entrata economica indispensabile. Tutto ciò senza minimamente consultare gli interessati e le loro organizzazioni.

Il consiglio direttivo di AIAS Bologna onlus ha deciso di prendere formalmente posizione; manterremo informati soci e i dipendenti sulle forme di mobilitazione contro questi e altri provvedimenti che ledano i diritti dei più deboli.

A tale proposito ricordiamo che a Bologna, dal 12 maggio, sono iniziati i T-Days, sabato e domenica, con la chiusura alle auto nella ZTL, estesa a tutti, anche a persone con problemi di deambulazione e con gravi disabilità. Questa decisione è stata contestata da alcune associazioni e anche noi desideriamo unirci alla “protesta” per rimettere in primo piano la mobilità, come uno tra i diritti fondamentali che proteggono e promuovono l’autonomia di ciascuno, la possibilità di scegliere e autodeterminare la propria gestione quotidiana e, in sostanza, la propria vita, salvaguardando il più possibile, il diritto e il piacere di non essere continuamente obbligati a cercare o “elemosinare” aiuti da altri.

I contenuti a cui facciamo riferimento si ritrovano nella “Convenzione delle Nazioni Unite dei diritti delle persone con disabilità” e nelle tante iniziative, costruite nel tempo, con le opportune Istituzioni del Comune di Bologna, proprio nell’intento di costruire e conciliare esigenze e diritti di tutti i cittadini con pari dignità.

Le nostre riflessioni, sostenute in questi anni, anche sul tema della mobilità, pensiamo non debbano essere confuse o diluite nel mare delle motivazioni espresse dalle categorie economiche e commerciali, infatti non hanno come obiettivo la tutela di interessi economici, ma la salvaguardia del diritto di inclusione e della dignità di tutti i cittadini con pari opportunità. Tutti devono poter accedere ad ogni parte della città, partecipando attivamente e in completa autonomia.

Questa occasione, potrebbe essere davvero utile e concreta per prendere seriamente in considerazione l’annoso tema dell’ abuso dei contrassegni per i disabili, di cui spesso viene fatto un uso scorretto.


Cento metri dal paradiso


Ciao a tutti.
Sono Marco e vorrei condividere con voi alcune riflessioni e pensieri semiseri dopo la visione, con un volontario del tempo libero dell’aias, di un divertente film che ha un titolo molto originale e divertente, per riflettere su un tema molto poco dibattuto il rapporto tra fede e sport.
Questo film mostra in maniera a volte esilarante, come in una divertente e ironica serie di episodi su come un’immaginaria nazionale del Stato della città del Vaticano, possa preparasi a sostenere una serie di gare alle prossime olimpiadi  di Londra.
Un immaginario preparatore atletico che non comprende inizialmente la vocazione religiosa del figlio che vuole lasciare una promette  carriera sportiva per dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione diventando frate. Il padre ritrova un vecchio amico sacerdote che ha un idea molto originale proporre ai suoi superiori del Vaticano dove  questo sacerdote opera la creazione di una nazionale interamente composta da atleti della città del Vaticano. Dopo non poche resistenze, con battute divertenti della gerarchia vaticana, questo sacerdote parte alla ricerca di atleti che nel nome di Dio siano disposti a fare pastorale per due settimane, in modo atletico e senza dimenticare la via della fede.
Dopo una selezione nei vari paesi del mondo, si va dal Brasile al continente africano, questi atleti sono presentati ai cardinali e dopo cominciano le gare di selezione vere e proprie che dimostrano, soprattutto nel settore atletico che la forma fisica non intacca la loro missione fondamentale, l’annuncio del Regno di Dio.  
Le qualità essenziali che questo film dimostra sono tre:  fede  e sport non sono in contraddizione tra loro possono coesistere molto bene e aiutare la crescita complessiva delle persone, senza far dimenticare la centralità del rapporto con Dio. Trova espressione nella lealtà sportiva, nella preghiera prima della gara e qualità forse mancante negli sportivi e atleti oggi nel vivere la frustrazione  di un  eventuale sconfitta.
L’ultimo pensiero, dopo questo divertente film, si può osservare che nessuna realtà umana possa apparire, come può essere quella sportiva, se ben interpretata diviene fonte di crescita nel rapporto con noi stessi, la ricerca del raggiungimento del risultato sportivo serve anche per migliorare “l’essenza” umana e spirituale della nostra vita.
Marco Mignardi