Marco Mignardi
GIORNO IMPERFETTO
Io vivo con tristezza
questa strana condizione, che mi
allontana dalla quotidianità.
Non mi toglie del tutto il buon umore,
la voglia di scrivere e pensare
con spensieratezza, a quest’
avversità.
Vorrei una medicina,
che non mi faccia paura,
per non sentirmi in colpa
se, attento non sono stato.
Per terra son finito,
per nulla divertito!
Dai camici bianchi
migliore empatia
per alleggerire la frustrazione della
malattia.
Coraggio e fiducia
hanno vinto lo sconforto dei primi dì;
via da qui
da paziente,
gamba rotta e peretta condizione
imperfetta
da dimenticare in fretta.
Tocca, ora, salutare
e pensionare il mio deambulatore
che per anni, è stato
amico e servitore.
Lo sostituirò con un nuovo attrezzo
che compagno diverrà,
aiutandomi a camminare con tranquillità.
Desk, è il suo nome.
Per la mia riabilitazione,
non conosce rivali.
Mi ha riportato in piedi, che
emozione!
I dottori,
han detto con decisione
niente carico oltre i cinquanta
altrimenti la gamba non canta.
Con un pizzico d’ironia e ilarità
vado avanti in questa avventura qua,
finché l’Architetto del mondo, me lo
concederà.