sabato 27 novembre 2010

Ci sono cose che non vanno bene…

Essere disabile, oppure avere una persona disabile in famiglia è sempre più difficile in Italia e non è da meno a Bologna. Ad esempio è accaduto recentemente che ad alcuni soci disabili sono pervenute delle comunicazioni da parte dell’INPS che mirano a fare dei controlli nei confronti dei titolari di benefici economici di invalidità civile. A settembre l’INPS, non contenta di proseguire nella sua campagna di verifiche vessatorie sui “veri invalidi” chiama a visita di revisione per l’invalidità civile anche persone con disabilità molto grave che avevano ottemperato all’invio della documentazione richiesta precedentemente.
Questa storia si fa lunga.
Nel luglio scorso FAND e FISH, le due federazioni che raccolgono molte associazioni di disabili, furono le protagoniste di una riuscita mobilitazione in difesa dei diritti delle persone con disabilità. Ora, a distanza di tre mesi dalla conversione di quel decreto legge, l’INPS ha emanato le “Linee Guida operative per l’invalidità civile” a cui dovrebbero attenersi i medici dell’INPS nell’esame delle nuove domande di invalidità. Queste indicazioni di fatto riprendono – in via amministrativa – i tentativi, che si speravano scongiurati, di restringere i criteri di concessione dell’indennità di accompagnamento. Le “Linee Guida” intervengono limitando il concetto di autonomia nella deambulazione e la definizione di atti quotidiani della vita, escludendo così molti soggetti dal riconoscimento del diritto alla pensione.
Contemporaneamente, con note interne, l’INPS ha rintrodotto le visite di controllo anche quando la Commissione ASL (all’interno della quale comunque c’è un medico nominato dall’INPS) si sia espressa in modo unanime sulla grave disabilità.Oltre allo spreco di risorse pubbliche, questo creerà notevoli disagi a molti cittadini con disabilità e alle loro famiglie.
Tutto questo è un fatto gravissimo perché l’INPS ha agito dopo che il governo aveva ritirato gli emendamenti in seguito alla manifestazione in piazza Montecitorio, organizzata a luglio.
La storia non è ancora finita: Il Carlino titola in ottobre: “Disabili adulti, l’Ausl sospende i buoni taxi: «inaccettabile» Restano a piedi 233 famiglie. La decisione dovuta alla «ridistribuzione delle risorse» e a «finanziamenti non in crescita».
Si tratta di piccole cifre per le risorse della collettività (62 euro al mese per il tempo libero e 124 per andare al lavoro), ma per la maggior parte dei disabili rappresenta un grande aiuto alla mobilità, tenendo presente che è difficile per loro utilizzare i trasporti pubblici.

La seconda notizia grave riguarda l’aumento delle tariffe postali che ricade sulle associazioni come la nostra.
Il Decreto Interministeriale del 30 marzo scorso, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 75 del 31 marzo, ed in vigore già dal 1º aprile, ha di fatto cancellato uno dei pochi sostegni di cui poteva godere l’editoria del terzo settore e dell’associazionismo: le tariffe postali agevolate. A seguito di un’importante mobilitazione, che ha visto il forte impegno del Forum del III Settore, sembrava essere stata raggiunta una seppur temporanea soluzione, attraverso una copertura di 30 milioni di euro prevista dal cosiddetto “decreto incentivi” (D.L.40/2010, convertito dalla Legge 73/2010), e rimandata ad un ulteriore decreto interministeriale che ancora non è diventato esecutivo. A causa di tutto ciò l’AIAS si è trovata nella situazione di ridurre la spedizione del notiziario, ce ne scusiamo con gli affezionati lettori.

Carlo Ciccaglioni

venerdì 10 settembre 2010

Furbi & Furbetti

Noi italiani siamo sempre stati, come diceva qualcuno, un popolo di eroi, di santi e di navigatori. Poi negli anni ’70 i nostri politici scoprirono la “questione morale”, naturalmente riguarda soltanto i nostri avversari di partito, di associazione o di “cortile”. Da ultimi su questa lunghezza d’onda troviamo i “furbi e furbetti del quartierino” di Antonio Di Pietro. A chi possiede ancora uno straccio di lucidità risulta evidente che per superare l’attuale situazione di stallo etico, prima che politico, occorre che ciascuno riscopra una cosuccia che abbiamo confinato nel mondo dei ricordi, o al massimo in quello privato. Sto pensando alla buona pratica dell’esame di coscienza, chi è senza peccato scagli la prima pietra! Non si tratta di fare del moralismo a buon mercato ma di ricordarsi che un mio abuso presto o tardi finisce per ledere un diritto, magari anche a me stesso. Sarà capitato a molti di noi di trovare tutti i parcheggi per handy del supermercato occupati. Magari il giorno prima avevamo “prestato” il nostro contrassegno auto a una amica perché potesse parcheggiare meglio andando allo spettacolo di Grillo sui grandi abusi della Telecom. Presto forse vedremo il contrassegno auto con la foto segnaletica del disabile intestatario di questo documento, quasi fosse il passaporto.
Ma come tutti sappiamo bene quello che ho appena fatto è soltanto un esempio fra i tanti possibili di situazioni una agevolazione usata impropriamente si trasforma in un abuso e quindi in un danno per qualcuno. Ciò presto o tardi si ritorcerà come un boomerang sui destinatari onesti della agevolazione iniziale.
Naturalmente spesso le cose non sono così lineari da essere riconducibili alla sommatoria di comportamenti individuali disonesti ma per la rilevanza che possono assumere i contorni di fenomeni complessi che possono venire realizzati solo se diventano fenomeni collettivi e quindi organizzati. Sto pensando al triste fenomeno dei falsi invalidi, per i quali un numero enorme di persone usufruiscono impropriamente dei benefici che la legislazione prevede per le persone invalide/disabili, quest'abuso è diventato un alibi per non adeguare le nostre previdenze a quelle minime dei pensionati per vecchiaia; Quanti hanno rapporti con il mondo dei disabili ricorderanno il clamore suscitato strumentalmente dalle dichiarazioni del ministro Tremonti che tentava di legittimare la sua proposta di riduzione dei beneficiari del varie indennità destinate alle persone invalide, affermando che i falsi invalidi sono la causa del debito pubblico italiano. Sicuramente questa affermazione è stata strumentalmente esagerata però è indubbio che questo malcostume tipicamente italiano vada ridimensionato.
Per far ciò dubito che sia utile la campagna di controlli in atto che comunque potrà avere i suoi frutti solo se le associazioni e le loro federazioni si decideranno a impegnarsi seriamente per debellare questo triste fenomeno come la manovra finanziaria ha inequivocabilmente dimostrato che danneggia le persone realmente disabili.
È utile ricordare che la nostra classe politica, nessuno escluso, che ora si straccia le vesti di fronte ai falsi invalidi ha grosse responsabilità perché le pensioni d’invalidità sono state usate da un lato come sostitute di sussidi di disoccupazione dall’altra come “regalie” da spendere sul triste mercato del voto di scambi.
Ben venga un po’ di rigore, ma per tutti, e non soltanto per qualcuno. Ben vengano i tagli alla spesa pubblica, se servissero per iniziare a mettere ordine in questo campo, ma senza demagogie e soprattutto evitare di criminalizzare una categoria come quella disabili che ha il torto di incarnare la sofferenza che la cultura dominante nega sistematicamente.

Pierino il Lupo
(una persona disabile che ha una lunga esperienza nel mondo dell’associazionismo di categoria)

martedì 10 agosto 2010

Vacanze a villa Borromeo


Ciao a tutti

Quest'anno ho preso parte per il secondo anno consecutivo alla vacanza organizzata dall'AIAS Bologna onlus con gli operatori della cooperativa Rosa Blu

Apro questo mio scritto ringraziando subito Margherita, la mia operatrice, con cui ho instaurato un dialogo alla pari, io fatico a pensare che gli operatori siano solo operatori e basta. In questa ottica mi sono accorto che il rapporto con queste persone diviene se ben interpretato da entrambe le parti un rapporto dove dove non c'è chi esegue desideri e chi ordina ma un rapporto dove tutte le parti in causa possono nel medesimo tempo apprendere e scambiare esperienze che servono per le singole crescite di vita.

In questa l'operatore non si deve annullare come spesso si sente dire per accontentare i desideri dell'ospite.
Infatti anche l'ospite deve essere attento ai desideri del operatore perché altrimenti va a finire che la persona disabile non si responsabilizza mai
Una delle prime frasi che io sottolineo nel rapporto con queste persone che io vorrei che non sentissero il peso del lavoro che stanno compiendo solo come esperienza lavorativa e basta sono io che devo stare attento a non cadere sono io che devo stare attento alle mie gambe e alle potenzialità che le gambe offrono e queste potenzialità non vanno mai disperse.

Seguendo questo filo conduttore tutte le decisioni sul dove andare venivano prese seguendo le inclinazioni a me è piaciuto far vedere a Margherita oltre mare visto che lo scorso anno non aveva potuto vederlo.
A Oltre Mare abbiamo visto un interessante film in tre D sulla evoluzione del tirex su cui paleontologi ed archeologi svolgono studi per vedere perché si sono estinti.

In un giorno di pioggia quando non era possibile andare al mare che in piscina abbiamo visto tutti insieme un divertente film: Amici miei atto primo.
Altra sosta molto interessante che nella vita normale di tutti i giorni ho poche possibilità di effettuare è stata quella del mercato dove ho potuto acquistare alcuni regali per amici a Bologna.

Abbiamo poi visitato un interessante mostra fotografica di Ghirri e Giacomelli, due tra i più noti autori fotografici italiani che hanno felicemente illustrato alcune realtà della pianura padana negli anni settanta.

Un ringraziamento anche a Massimo e Michele miei compagni di camera.

Marco Mignardi

lunedì 5 luglio 2010

Giro turistico a Bologna con il Bus aperto

Con alcuni ragazzi e volontari del tempo libero aias ci siamo gradevolmente divertiti a fare una passeggiata incontrando tutto il percorso artistico di Bologna con l’autobus che l’azienda di trasporto pubblico mette a disposizione dei turisti e dei bolognesi.

Siamo partiti dalla stazione con prima tappa in strada Maggiore dove a Palazzo Isolani è situata la biblioteca di uno dei più grandi poeti italiani dell’ottocento. Questo poeta ha rappresentato uno dei maggiori interpreti del malinconia ottocentesca, ha ben rappresentato la vita bucolica del suo tempo attraverso versi poetici che hanno fornito lustro alla città di Bologna, è stato in contatto con le avanguardie della poesia italiana e internazionale del suo tempo come Giovanni Pascoli. Il suo nome è Giuseppe Carducci (1865 - 1937, ha ricevuto il premio nobel nel millenovecentosei) che ha vissuto molta parte della sua vita nella nostra città.

Abbiamo quindi incontrato la basilica di S Petronio basilica che originariamente doveva diventare una basilica molto grande poi i lavori furono sospesi è dedicata al vescovo patrono di questo vissuto nei primi secoli dell’era cristiana.
Per la sua costruzione furono utilizzati tutte le tecniche più avanzate per l’epoca e contiene le reliquie del Vescovo patrono di questa città.

Un'altra chiesa a cui bolognesi sono particolarmente devoti diceva la guida turistica è chiesa intitolata alla Santa Caterina che contiene il suo corpo ancora rimasto intatto anche dopo il devastante bombardamento del mese d’ottobre del mille novecentoquarantaquattro.

Dopo nella tappa seguente ci siamo recati nella Piazza Santo Stefano, detta delle sette chiese, anche se la guida turistica si è soffermata soltanto alla descrizione di tre chiese. La prima molto spoglia in epoca romanica la seconda che in epoca differente e fa riferimento al san sepolcro costruita nel periodo storico delle crociate. La terza chiesa è costruita in epoca posteriore e prepara l’entrata al rinascimento

Ci siamo poi recati in Piazza S.Domenica dove è rappresentato uno dei maggiori templi di questa città in stile gotico è un tempio che contiene le spoglie di San Domenico. L’architettura che s’innalza verso Dio costituisce uno dei maggiori esempi architettonici per l’epoca.

La piazza è costruita su un quadrato ed è metà dei cittadini bolognesi dei turisti che visitano questa città.Nelle vicinanze sono situate le tombe dei glossatori che erano i giuristi del tempo ed erano riconosciuti come autorità in tal materia

Bologna è denominata la città fluviale vi sono sorgenti e canali sotterreranei che scorrono collateralmente al fiume Reno. Questa Bologna sotterranea me l’ha fatta scoprire lo scorso anno una volontaria del tempo libero aias, in via piella c'è un punto dove si vedeuno dei canali.

Uno dei polmoni verdi di questa città è rappresentato dai Giardini Margherita, che furono donati dalla regina margherita in visita sono dotati di un ampio laghetto e sono una tappa divertente per bambini piccoli che scoprono alcuni animali che in città altrimenti non potrebbero vedere.

Abbiamo quindi intrapreso la salita al colle della guardia in cui è venerata la beata immagina della Madonna di S Luca che con i suoi quattro chilometri di portici per arrivare al santuario a piedi costituisce una fonte di riflessione per credenti e non credenti in visita a questa città.

Da questo punto si può avere uno spettacolo che mostra il panorama di tutta la città nel suo complesso.

Una caratteristica importante di questa città è che racchiude forse l’università più importante del mondo e il primo esempio di campus universitario italiano. Lo ha detto la nostra guida turistica. La città ha un rapporto privilegiato con il mondo studentesco con cui insatura, un dialogo cercando di capire e interpretare le attese else speranze, che vanno proponendo con sensibilità vivacità e attenzione.

Non posso chiudere questo scritto senza prima di aver aver ricordato come ha detto la guida le ottanta cinque vittime e i duecento feriti della strage alla stazione di Bologna avvenuta il due agosto mille novecento ottanta e di cui quest’anno ricorre il trentesimo anniversario.

Ringrazio Umberto, Giovanni, Bruno e la sua mamma, Mauricio e Silvestro

giovedì 10 giugno 2010

Una domenica con l'Associazione "Dolce Vita onlus" - 2

Sono andato al ritrovo: partenza dal Selleri Battaglia ore 7.30; siamo saliti sui pulmini della Coop Dolce e dell'AIAS di Bologna con i miei compagni d'avventura: Marco, Davide e Patty (sorella di Davide). Siamo andati verso l' autostrada. Appena arrivati li ci hanno accolti delle persone dell'associazione “Dolce Vita onlus". Ho visto una imbarcazione speciale per persone disabili; ci hanno portato nella Laguna Veneta facendo una visita guidata da una persona dell’associazione Dolce Vita onlus. C’erano anche tre barche di supporto alla barca centrale dov’ ero anch’io.
I posti seduti per le persone normodotate erano due panche su entrambi i lati della barca.
Abbiamo visitato l’isola di Murano dove ci sono delle casette di colore giallo acceso.
Qui, sull’isola, c’era una piazza e una signora ci ha fatto da mangiare: dei panini.
Andare in barca è emozionante perché quando ci sono le onde mi piace a me perché mi rilassa perché mi sento cullato come un bimbo piccolo.
Il cielo era azzurro, ma quando siamo tornati a terra, a sera, ha piovuto un pochino.
A Bologna siamo tornati alle 20.00.

Adriano

lunedì 7 giugno 2010

Visita guidata agli elicotteri della Polizia

Ciao a tutti
Eccomi di nuovo qui per raccontare un esperienza che coniuga aspetti normali e di vita ordinaria come quella legata alla vita di tutti gli abitanti di questo pianeta e aspetti un poco straordinari collegati ala esperienza del volo anche se in questa occasione nessuno di noi ha preso il volo.
Sabato con un gruppo di persone della casa Famiglia S Agostino ci siamo recati presso il terzo dipartimento della Polizia di Stato che ci ha mostrato la loro dotazione di mezzi aerei nella fattispecie tre elicotteri adibiti a tutte le manifestazione pubbliche di un certo interesse sia sportivo che ricreativo che politico per il mantenimento dell'ordine pubblico nella regione Emilia Romagna e in questa città.
Michele uno degli addetti della Polizia di Stato ha spiegato che l'elicottero si compone di tre parti un rotore primario che serve per stabilizzare l'apparecchio ed evitare che perda quota quando arriva in aria.
Secondariamente vi è poi un rotore secondario che serve per stabilizzare la direzione che l'apparecchio deve prendere quando è in volo se non ho compreso male questo rotore serve per orientare la direzione del percorso che l'apparecchio dovrà effettuare.
Abbiamo poi in terza istanza il velino che serve per orientare la direzione del vento se non ho male interpretato ciò che Michele voleva comunicare
Abbiamo quindi avuto l'opportunità di vedere il decollo di un apparecchio in partenza per una missione a Rimini.
Ognuno di noi ha poi avuto l'opportunità di salire dentro e vedere dentro l'elicottero io mi posizionato nel sedile dietro e così potuto osservare la gran quantità di comandi che il pilota ha a sua disposizione per governare l'apparecchio.
Maurizio si è divertito con la sua macchina fotografica a fare parecchie fotografie.
Prima della conclusione con un breve spuntino abbiamo fatto una foto di gruppo.
Ringrazio cordialmente tutto il personale della Polizia che ha acconsentito a questa mattinata con la possibilità di guardare la tecnologia che aiuta la Polizia di Stato nello svolgimento del lavoro ordinario di tutti i giorni.

Marco Mignardi

mercoledì 26 maggio 2010

Una domenica con l'Associazione "Dolce Vita onlus"

Domenica scorsa (23 maggio) io Luca Massimo Carlo Elisabetta Adriano Emanuela Mauricio Davide Giovanni Cristian e Silvestro siamo andati a fare una gita molto originale con una barca e un gommone sul canale Silone nella laguna veneta.
Questo è il fiume che passa per Treviso ed è un fiume navigabile che sfocia nella laguna di Venezia, io ho cosi provato per la prima volta cosa vuol dire navigare su un fiume.
Le altre volte eravamo stati con Alberto e alcune persone del tempo libero Aias in mare ma non eravamo ma stati su un fiume.
La barca era molto confortevole poteva tranquillamente ospitare le carrozzine quindi siamo rimasti tranquillamente seduti al nostro posto.
L’Imbarco è stato veramente confortevole in considerazione del fatto che la darsena dove erano ormeggiate le barche erano priva di qualsiasi barriera architettonica.
Una volta saliti a bordo e partiti con il nostro "pontone" si è cominciato a vedere uno sfrecciare di barche e motoscafi di varia grandezza e potenza che in barba alle più elementari norme di navigazione oltrepassavano tranquillamente i limiti di velocità come talvolta accade sulle strade.
Il fiume non era per niente pulito subiva tutti gli scarichi della laguna e della città di Treviso non era per niente consigliabile pescare e fare il bagno.
Inizialmente non essendo abituato alle onde del fiume, io pensavo che non si sviluppassero onde così alte da poter dare fastidio alla nostra imbarcazione invece con mia sorpresa ho notato che la velocità delle altre barche a volte ci faceva ondeggiare e... imbarcare acqua, in ogni caso dopo circa cinquanta minuti di navigazione sicuramente tranquilla siamo arrivati a Burano.
Quest'isola è molto particolare io non l’avevo mai vista dal vivo, l’avevo solo studiata nei libri di geografia a scuola. Vi sono, infatti, tutte le case dipinte di vari colori che con lo splendido sole che ci ha felicemente accompagnato domenica rendeva il paesaggio colorato e veramente gradevole e divertente.
La piazza molto vivace, era piena di negozi e c’erano viuzze molto strette, infatti, non è superfluo ricordare che si trova nella laguna di Venezia.
Nel frattempo è arrivata l’ora di un simpatico ed accogliente pranzo offerto da dagli organizzatori (Dolce vita onlus) della giornata che colgo l’occasione per ringraziare molto cordialmente.
Al pomeriggio dopo che alcuni di noi hanno fatto spesa per comprare alcuni oggetti, ricordi veneziani, questo ci sono imbarcati nuovamente e abbiamo fatto ritorno nel porto da cui eravamo partiti la mattina, che credo si chiami Torre Grande.
Grazie in ogni caso anche a Claudio e Carlo dell'AIAS, a Stefano, Enrico, Gianni e a tutti gli altri dell’organizzazione per una giornata molto speciale.

Marco Mignardi

PS: per andare a vedere le foto

Incontro tra i comitati regionali AIAS dell'Emilia Romania e della Lombardia

Martedì 11 Maggio si è tenuto a Bologna presso la struttura asl di "Corte Roncati" (www.ausilioteca.org); è necessario notare che si è trattato della prima volta, nella pluridecennale presenza delle sezioni AIAS in questi territori, che i rappresentanti di queste due realtà della nostra associazione si sono ritrovate con una riunione ufficiale, con la presenza dei massimi livelli dirigenziali.

La prima parte della giornata è stata interamente dedicata alla visita guidata di "Corte Roncati", un punto di eccellenza della nostra asl, dove l'AIAS di Bologna ha un ruolo determinante, soprattutto nel campo degli ausili tecnologici e dell'adattamento domestico, grazie alla grande professionalità dei nostri tecnici acquisita con una esperienza che ormai compie trent'anni. Gli ospiti si sono mostrati molto interessati ai molteplici aspetti della struttura ed in particolare sull'appartamento completamente "domotizzato".

Come in ogni incontro importante vi è stato il momento del pranzo in una tipica Osteria di via "del Pratello" a base di piatti della nostra rinomata cucina tradizionale, come sempre a tavola si possono allacciare, o coltivare, relazioni informali che hanno contribuito a rendere più fluido l'incontro del pomeriggio.
Esso ha mostrato fin dal primo momento che le due regioni, pur essendo geograficamente vicine, sono politicamente molto distanti; infatti se la regione Emilia Romagna ha un'impostazione prevalentemente pubblicistica nei settori sociosanitari, nella regione Lombardia invece è molto forte il privato convenzionato. Molto interessante è stato lo scambio di informazzioni sulle scelte dei rispettivi enti locali in merito alla partecipazione degli utenti e/o delle loro famiglie alle spese dei servizi, ne è emerso un quadro estremamente frammentario, in cui non solo si riscontrano differenze regionali ma addirittura ciascun comune, a volte anche il singolo distretto, si muovono in modo diverso.
E' un fatto che deve fare riflettere molto in vista della impostazione federalista che sta prendendo l'organizazzione del nostro stato.
E' evidente che in assenza di criteri generali capaci di fissare livelli minimi essenziali dei servizi tutto ciò pregiudichi gravemente il principio di uguaglianza fra i cittadini, ancora formalmente garantito dalla nostra costituzione. Ad esempio la regione Lombardia ha stabilito che come criterio di accesso e contribuzione ai servizi si faccia riferimento all'ISEE della persona disabile mentre da noi in Emilia Romagna sembra si voglia fare riferimento a quello familiare. Nell'incontro si è convenuto che il riferimento all'ISEE personale debba essere uno dei principali obiettivi del nostro impegno futuro.

Apparentemente può stupire la vicinanza di impostazioni dell'AIAS lombarda con quella siciliana perchè sono evidenti le differenze storico culturali e socio-economiche, ma alla luce della inpostazione privatistica delle due regioni può trovare una spiegazione nelle dinamiche clientelari che troppo spesso sottostanno al rapporto tra l'ente pubblico ed il privato convenzionato specialmente in assenza di strumenti di controllo validi.


Pierino il lupo

lunedì 19 aprile 2010

STRABOLOGNA 2010 - 2

Carissimi,
questa giornata sarà ricordata da me a lungo, per le intense emozioni che mi ha saputo regalare.
La giornata non era iniziata al meglio.
Alle 7.20 considerando le condizioni climatiche avverse, ho telefonato a Claudio, chiedendogli se aveva già pronto un piano "B" di riserva, e al suo diniego, con il mio solito folle ottimismo ho risposto che comunque non era importante, poiché sarebbe uscito sicuramente il sole.......
Non ero certo in condizioni atletiche tali da essere in grado di partecipare alla gara correndo e spingendo tanto meno una carrozzina.
Nei giorni precedenti non avevo condotto uno stile di vita prettamente da sportivo... I miei amici continuavano a invitarmi a cena ed io non potevo certamente essere scortese...
Con queste premesse non avevo alcuna speranza, ed era già un enorme successo se riuscivo a raggiungere il traguardo, nonostante avessi avuto la fortuna di spingere Lollo.
Alla partenza ho visto solo sfrecciare Mattia e Claudio e un indiavolato Luca che aveva il compito più difficile, per il peso che doveva spingere.
Per me, sicuramente era sotto effetto doping...... e gli è andata bene che non hanno effettuato alcun test... (non diteglielo a Luca, la mia è solo una sfacciata invidia, neanche se fossi preparato direttamente dal figlio del vento riuscirei mai a superarlo).
Per dosare bene le pochissime forze, ho cominciato solo camminando di buon passo, poi molto probabilmente caricato dall'entusiasmo di Lollo che mi esortava a correre, agitando le sue braccia, ho deciso di provarci anch'io.
Non so in che modo, forse aiutato anche dall'assenza del sole, sono riuscito ad accodarmi a Mattia e Claudio, (di Luca avevo già perso le tracce da tempo e presumo che fosse già arrivato ), ed insieme a loro un pò correndo e molto passeggiando ci siamo avvicinati alla fine del percorso.
A questo punto dopo una breve sosta ai box... Causa cambio acqua di Lollo siamo ripartiti.
Non mi andava proprio di non fare felice Lollo, ed in Piazza Maggiore a 15 metri dal traguardo, nonostante avessi la lingua che rasentava i lastroni, ho inseguito con tutte le forze residue Claudio e Mattia che avevano lanciato lo sprint finale.
Ricordo di essere stato anche un pò incosciente, nonostante il Lollo fosse ben ancorato alla carrozzina, poiché ci siamo fatti strada in un piccolo spazio rasentando paurosamente le transenne e riuscendo a superare Claudio e Mattia.
Sulla riga del traguardo ho smesso di spingere e avrei tanto voluto che Lollo spingendo con il suo piede, fosse riuscito da solo a superato quella linea...
Non è stato così, ma da folle ottimista spero che il prossimo anno possa riuscirci...
A me rimane la felicità di averlo fatto partecipare, e comunque lui e gli altri ragazzi hanno sicuramente vinto idealmente la Strabologna 2010!
Avviso già da adesso che il prossimo anno mi presenterò in condizioni fisiche strepitose... E anche Luca e tutti gli altri non avranno alcuna speranza !!!!
Alla prossima...

Silvestro

mercoledì 14 aprile 2010

STRABOLOGNA 2010

LA STRADA ERA CON I SASSI…

CON LE CARROZZINE…

LA CINTURA DEI PIEDI ME L’HANNO MESSA SUL PETTO, PER NON CADERE NEI BUCHI…..

HA SPINTO CLAUDIO LA PRIMA PARTE, POI LA SECONDA HO SPINTO IO; POI HO SMESSO DI ANDARE PERCHE’ SONO STATO STANCO.

ALLA FINE C’è STATA LA PREMIAZIONE CHE SIAMO STATI TUTTI SOTTO AL PALCO, CHE IO HO PORTATO A CASA UN PACCO DI PASTA, CHE….

LO VORREI FARE ANCORA QUELLO CHE HO FATTO.

Testimonianza di Mattia Matteuzzi sulla sua partecipazione alla Strabologna nella squadra AIAS BO.

lunedì 12 aprile 2010

INDIPENDENZA NEGATA

Nonostante la mia disabilità fisica, fin da piccola sono stata educata con severità, proprio per responsabilizzarmi e rendermi protagonista della mia vita, anche se questo significava dover affrontare, giorno dopo giorno, una società intollerante verso tutto ciò che non era “apparentemente normale”.

Non ho mai voluto un’esistenza che mi contringesse a nascondermi dagli altri e di vergognarmi di me stessa. Anche se quando sono nata erano gli anni in cui per noi disabili non c’era spazio nel mondo. Molti venivano tenuti in casa o in strutture “adeguate”, per così dire, per il bene di noi stessi. A quel tempo era una vergogna parlare di inserimento nella società, non c’era nè la mentalità e di conseguenza le risorse per l’inserimento in qualunque ambiente.

Fortunatamente da allora la mentalità è abbastanza cambiata, grazie a famiglie combattive e determinate a inserire i propri figli nella nostra società. Con molta fatica oggi siamo riusciti a farci spazio nel mondo e a crearci una nostra vita, fatta di istruzione, lavoro, amore, famiglia, figli e amici.

Durante la mia gioventù non sempre era facile entrare a far parte di alcuni gruppi dai molti preconccetti. Solo l’espperienza mi ha portato a scegliere persone che andavano oltre le apparenze. Ho inparato che bastava superare i primi momenti di imbarazzo, facendo capire alle persone che potevamo essermi amici in modo naturale e semplice, senza trovarci, entrambi, in una situazione forzata.

Ovviamente, è molto importante parlarsi, dirsi reciprocamente come superare le difficoltà che, inevitabilmente, possono crearsi.

Malgrado siano trascorsi quasi vent’anni dalle discriminazioni che ho subito in passato, ancora oggi non riesco ad accettare certi sguardi “pietosi” o impauriti. Trovo scovolgente verificare quanto ci sia ancora da fare in tal senso. Non voglio in nessun modo rinegare i molti progressi fatti in tanti anni.

Il mio modo d’essere e la curiosità verso gli altri mi hanno sempre aiutato a instaurare nuovi rapporti interpersonali, a frequentare ambienti in cui c’era come priorità l’amicizia, il piacere di stare insieme per divertirsi e per condividere le proprie storie, i sogni e le aspettative della nostra generazione.

Il percorso che ho fatto mi ha portata ad avere molte soddisfazioni Personalmente, io continuerò a lottare per combattere e per superare le barriere culturali, che sono ben più pericolose di quelle archittettoniche.

Purtroppo, con il trascorrere degli anni, le difficoltà che ho nel camminare mi costringono ad avere costantemente bisogno ad essere accompagnata, in tutti i miei spostamenti: il mio equilibro fisico non mi permette più di muovermi da sola e di andare dove voglio, quando lo desidero.

Spesso, anche coloro che quotidianamente prendono parte alla mia vita, inevitabilmente si sotituiscono a me, credendo così di agevolarmi. Da parte mia, capisco che chi mi conosce da sempre vuole facilitarmi il più possibile la vita ed è così. Ma è altrettanto vero che alcune volte, involontariamente, queste persone ististivamente si sostistuiscono a me per la loro tranquillità. Spesso prediligerei essere io stessa chiedere quello di cui ho bisogno, quando ne ho necessità.

mercoledì 31 marzo 2010

METAMORFOSI

In un mondo che corre troppo in fretta, persino più veloce dei nostri pensieri, ancora non c’è posto per le persone «diverse». «Diverse da chi?», vi domanderete. Io stessa me lo domando. Siamo spaventati da tutto ciò che ci sembra strano, dal colore della pelle, dal diverso modo di vestire, da chi cammina o parla con difficoltà...

Siamo talmente abituati al lavaggio del cervello da parte dei media, da credere, senza ombra di dubbio, che la bellezza fisica, una carriera prestigiosa, una famiglia felice, un’automobile di lusso, una personalità intraprendente siano le uniche cose che contano, nella vita. Se in tutta questa «felicità», improvvisamente, qualcosa o qualcuno stravolge la nostra routine, magari solo perché non riusciamo ad avere un vestito più alla moda della nostra collega, oppure perché la nostra abbronzatura non è perfetta, ci sentiamo persi: sembra che tutta la nostra vita stia andando a rotoli. Ci chiediamo che male abbiamo fatto per meritarci punizioni così gravi. Ciò che mi fa rabbrividire è constatare che nella mia generazione, e ancora di più tra i giovani, esistono non poche persone con questa convinzione.

Mentre scrivo quest’articolo con il computer, io mi sto aiutando con un copritastiera che è un ausilio, un supporto tecnologico concepito per essere d’aiuto a un disabile per prevenire, compensare, alleviare o eliminare un suo limite fisico: in pratica, è uno scudo in metallo costruito apposta per incastrarlo sulla tastiera, con dei fori: ciò mi aiuta a non sbagliare tasto, mi dirige le dita. Ecco, adesso vi sarete chiesti di che cosa stavo parlando e vi sarete sentiti spaesati! Avete ragione. Vi spiegherò meglio: sono una persona disabile motoria dalla nascita. Non so che cosa passa nelle vostre teste in questo momento, ma vi assicuro che la mia non è una malattia e tanto meno sono contagiosa. Sono solo una donna che vive la sua vita e che desidera raccontare i disagi che le barriere architettoniche possono crearle.

Da nove anni ho un’occupazione presso un’azienda sanitaria torinese e sono molto orgogliosa del mio lavoro, soprattutto perché il mio ruolo è molto impegnativo.
Per arrivare in ufficio c'è una lunga rampa con la pavimentazione di gomma antiscivolo e lo scorrimano per potersi appoggiare.
Il mio ufficio è situato al piano rialzato, in modo tale da non dover usare né l’ascensore né, tanto meno, le scale. La mia postazione di lavoro è stata pensata in modo che io possa svolgere i miei compiti senza bisogno di aiuto, anche se, ovviamente, devo comunque sapermi adattare al mio spazio molto più di quanto sia richiesto a una persona senza i miei problemi di spasticità. Per muovermi all'interno dello stabile, uso il deambulatore, un altro ausilio che mi aiuta a camminare: una sorta di carrello con quattro ruote e delle maniglie per appoggiare le mani. A volte, devo essere io a guidarlo per evitare sbandamenti... diciamo che ci aiutiamo a vicenda. Immaginate di spingere il carrello del supermercato un po’ ballerino e magari con tutta la vostra spesa dentro, voi come ve la cavate?
Quando devo andare in bagno, anche se è a norma di legge, alcune volte ho delle difficoltà: devo usare la chiave (la spasticità rende difficile lapresa e i movimenti fini), entrare con il deambulatore facendo attenzione a dirigerlo bene, poiché si sbilancia e oscilla e chiudere la porta facendo ruotare una levetta piccolissima sul pomello: un’operazione non molto facile.
Può capitare, durante la giornata, di dover percorrere lunghi tragitti all'interno dello stabile, per portare negli uffici materiale di lavoro. In questo caso, ho la possibilità di usare la mia carrozzina elettrica. A volte, invece, durante la pausa del pranzo, vorrei andare a fare acquisti nei negozi vicini, ma mi è impossibile, in quanto gli scalini alti mi impediscono di entrare. E pensare che basterebbe mettere degli semplici scivoli; ma evidentemente... rovinerebbero l’estetica dell’ambiente! Mi chiedo: è così difficile pensare che una persona con problemi motori possa «desiderare» comprarsi una camicetta o un paio di pantaloni?
Per mia fortuna c’è il mercato: lì almeno posso girare tranquillamente, senza problemi di spazio. Questo mi permette di sentirmi un po’ più libera e indipendente.
Avendo difficolta nel camminare e non potendo usufruire dei mezzi pubblici, talvolta non accessibili, mi sposto in taxi, sia per recarmi in ufficio, sia per fare attività extralavorative. C’è un servizio nato per poter agevolare persone con difficoltà di deambulazione, dando loro la possibilità di spostarsi autonomamente. Da molti anni, il Comune di Torino stanzia una notevole parte di denaro alle compagnie di radiotaxi per questo tipo di trasporto, ma l’altra parte è a carico degli utenti come me: ogni mese, mi reco presso una delle sedi GTT, per acquistare il libretto chiamato «buoni taxi», da utilizzare nell’arco dei trenta giorni.
Ansiosa di concludere la mia giornata lavorativa, di spegnere il computer e di chiudermi la porta alle spalle, telefono al radiotaxi e prenoto un’automobile per farmi venire a prendere. Ogni volta che mi accingo a fare questa operazione, devo specificare al centralino che sono in possesso dei «buoni taxi»: il tassista che accetta di venirmi a prendere deve sapere che sta per effettuare un trasporto per una persona disabile. Mentre salgo sul taxi che mi porterà a casa, con il pensiero, mi gusto già il meritato riposo.


Maria Teresa Balla

lunedì 29 marzo 2010


Meglio essere un bel ranocchio piuttosto che un brutto principe
Sostieni le attività di AIAS Bologna onlus con il tuo 5 per mille perché la differenza sia una ricchezza nel presente di oggi e nel futuro di domani
C.F. 8 0 0 6 3 9 3 0 3 7 6

www.aiasbo.it

lunedì 11 gennaio 2010

Premio Pontiggia 2009 - Secondo Posto

Ciao a tutti

Volevo esprimere ancora la mia gioia per il secondo posto A me piace scrivere indipendentemente dal risultato che ottengo o non ottengo.
Confesso che durante la premiazione quando ho capito che non ero terzo ho pensato per un attimo ho vinto l'emozione di ricvere una piccola gioia riconosciuta dopo che il mio lavoro è un periodo che non offre mai molte gratificazioni.
L'Idea di questo scritto mi è venuta dopo aver letto quello che ha scritto Giorgio a cui rinnovo i miei più vivi complimenti.
Ringrazio anche tutti i miei amici che hanno voluto accompagnarmi durate la cerimonia di premiazione.
Il primo commento che ho mandato anonimo a causa di un escluivo problema tecnico tengo a chiarire che sono assolutanente soddisfatto, ringraziando per una volta ancora i miei personaggi

ciao a tutti

Marco