lunedì 12 aprile 2010

INDIPENDENZA NEGATA

Nonostante la mia disabilità fisica, fin da piccola sono stata educata con severità, proprio per responsabilizzarmi e rendermi protagonista della mia vita, anche se questo significava dover affrontare, giorno dopo giorno, una società intollerante verso tutto ciò che non era “apparentemente normale”.

Non ho mai voluto un’esistenza che mi contringesse a nascondermi dagli altri e di vergognarmi di me stessa. Anche se quando sono nata erano gli anni in cui per noi disabili non c’era spazio nel mondo. Molti venivano tenuti in casa o in strutture “adeguate”, per così dire, per il bene di noi stessi. A quel tempo era una vergogna parlare di inserimento nella società, non c’era nè la mentalità e di conseguenza le risorse per l’inserimento in qualunque ambiente.

Fortunatamente da allora la mentalità è abbastanza cambiata, grazie a famiglie combattive e determinate a inserire i propri figli nella nostra società. Con molta fatica oggi siamo riusciti a farci spazio nel mondo e a crearci una nostra vita, fatta di istruzione, lavoro, amore, famiglia, figli e amici.

Durante la mia gioventù non sempre era facile entrare a far parte di alcuni gruppi dai molti preconccetti. Solo l’espperienza mi ha portato a scegliere persone che andavano oltre le apparenze. Ho inparato che bastava superare i primi momenti di imbarazzo, facendo capire alle persone che potevamo essermi amici in modo naturale e semplice, senza trovarci, entrambi, in una situazione forzata.

Ovviamente, è molto importante parlarsi, dirsi reciprocamente come superare le difficoltà che, inevitabilmente, possono crearsi.

Malgrado siano trascorsi quasi vent’anni dalle discriminazioni che ho subito in passato, ancora oggi non riesco ad accettare certi sguardi “pietosi” o impauriti. Trovo scovolgente verificare quanto ci sia ancora da fare in tal senso. Non voglio in nessun modo rinegare i molti progressi fatti in tanti anni.

Il mio modo d’essere e la curiosità verso gli altri mi hanno sempre aiutato a instaurare nuovi rapporti interpersonali, a frequentare ambienti in cui c’era come priorità l’amicizia, il piacere di stare insieme per divertirsi e per condividere le proprie storie, i sogni e le aspettative della nostra generazione.

Il percorso che ho fatto mi ha portata ad avere molte soddisfazioni Personalmente, io continuerò a lottare per combattere e per superare le barriere culturali, che sono ben più pericolose di quelle archittettoniche.

Purtroppo, con il trascorrere degli anni, le difficoltà che ho nel camminare mi costringono ad avere costantemente bisogno ad essere accompagnata, in tutti i miei spostamenti: il mio equilibro fisico non mi permette più di muovermi da sola e di andare dove voglio, quando lo desidero.

Spesso, anche coloro che quotidianamente prendono parte alla mia vita, inevitabilmente si sotituiscono a me, credendo così di agevolarmi. Da parte mia, capisco che chi mi conosce da sempre vuole facilitarmi il più possibile la vita ed è così. Ma è altrettanto vero che alcune volte, involontariamente, queste persone ististivamente si sostistuiscono a me per la loro tranquillità. Spesso prediligerei essere io stessa chiedere quello di cui ho bisogno, quando ne ho necessità.

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