lunedì 28 maggio 2012

Corsa in carrozzina



In un bel mattino di primavera con una aria spensierata io e Umberto abbiamo pensato di recarci, in tutta fretta, a fare piccola corsetta. Cosi di buon mattino siamo andati  a svegliarci al dolce suon dei campanari che svegliano la città ancora  lenta a carburare con l’attività domenicale.
Come un vero atleta, sportivo di tutto punto, anche forniti di un pettorale siamo arrivati sul punto di partenza della gara. Ci siamo presentati e un star d’eccezione ha dato il via alla kermesse che si snocciolava su alcune strade della città. L'iniziativa è servita anche a far conoscere le attività di aias, questa associazione che non mette la persona disabile in pensione.
Io mi son sentito un podista divertito e ho attraversato senza pensare al piazzamento ed il mio cuore era contento di vedere vie che solitamente osservo dal sedile della mia auto poche volte senza avere l’opportunità di tornare su questo percorso.
Nella parte finale abbiamo incontrato Carla che filava  in tutta fretta con la carrozzina a motore degna di una Ferrari, che come noi, alla fine non trovavamo la linea del traguardo, e con me in maniera “Berlursque” salutava. Ciao Bologna son felice credi a me.

Marco Mignardi

lunedì 14 maggio 2012

Un film particolare


Ciao a tutti.  
In questi ultimi giorni con un volontario ho visto un film veramente particolare il cui titolo è Diaz. Questo film concerne tutto ciò che accade nei giorni immediatamente successivi alla grande manifestazione svoltasi a Genova nell’ormai lontano luglio 2001. Il movimento di allora che appariva come un grande contenitore capace di racchiudere dentro di se le varie anime di una pro0testa complessiva e pacifica di quei giorni I fatti vedevano un movimento che per un attimo sembrò capace di essere rappresentativo di un istanza che partiva dal basso e che appariva coinvolgere tutte le classi sociali .  Da una parte i grandi della terra e dall’altra un movimento che appariva una forza capace forse per la prima volta di avere un codice che potesse rappresentare tutti gli esseri a qualunque distanza e latitudine si trovano rispetto a Genova.  La manifestazione, partita nella più totale serenità, viene come guastata da giovani provocatori esterni alla manifestazione, anche se una responsabilità si può attribuire al servizio d’ordine interno; ma non solo, ma anche a tutte le polizie europee, che se ben coordinate avrebbero dovuto segnalare e non fare arrivare a Genova queste persone, che di fatto hanno fortemente inquinato la manifestazione e le istanze del movimento,con la loro violenza. I fatti che seguirono dopo l’omicidio di Carlo Giuliani, come mostra questo film, l’irruzione della polizia nella scuola Diaz, che offre il titolo a questo film. L’incapacità dei vertici della polizia che per altro nelle prime fasi iniziali tiene un comportamento corretto non intervendo per non provocare disordini con i giovani incappucciati esterni al movimento nel suo complesso potevano innescare provocazioni ancora più pericolose. 
Questo film è fatto molto bene perché mostra come quasi tutta la stampa sia internazionale e italiana abbia per la prima volta pagato un prezzo molto per formare una coscienza critica su questi fatti.  La pellicola documento, mostra immagini di diversi giornalisti di varie testate rimasti feriti e in particolare mi colpisce un commento fatto da un giornalista di destra, che critica fortemente le forze di polizia che avevano agito nella scuola Diaz in maniera arbitraria e molto violenta.
Nella mia riflessione finale e personale, mi chiedo qual è il concetto di democrazia che si vuole trasmettere ai giovani di oggi: che si sono visti picchiati da altri giovani quali sono i poliziotti in servizio quella notte alla scuola Diaz? 
Forse quella manifestazione ha chiuso un movimento e aperto le basi socio economiche a e forse anche di valori che si vive attualmente come auspicio strettamente personale non vorrei che questa situazione di valori, non solo di crisi economica non riporti questo paese a tempi già vissuti una prima volta a cui personalmente non vorrei tornare.
Il mio ciao a Luca, buon viaggio a Parigi.

Marco Mignardi