venerdì 2 marzo 2012

Una serata particolare

Ciao a tutti,

mercoledì scorso a Villa Torchi con l’aias abbiamo tutti insieme vissuto una serata forse un poco nuova che ha avuto come un approccio originale rispetto al tema della disabilita.
La serata era organizzata nell’ambito delle celebrazioni per ricordare i cinquanta anni di vita associativa che cadono proprio in quest’anno e che anno visto nello scorso mese gennaio il ricordo del compleanno associativo.
Raccontando questa serata mi piace cominciare dal gioco che ha visto come protagoniste due coppie che prima dovevano comunicare con un alfabeto scritto su lavagna come a tutti i ragazzi disabili che comunicano utilizzando esclusivamente lo sguardo.
Un elemento importante che si è notato in tutte e due queste coppie è l’imbarazzo iniziale che non consentito discorsi profondi perché sia chi doveva comprendere la comunicazione come ricevente sia chi aveva il ruolo di era concentrato sulla costruzione logica di ciò che doveva comunicare e quest’elemento ha mostrato i limiti del tempo e l’assoluto bisogno di pazienza.
In questo quadro viene ad evidenziarsi che per costruire una relazione profonda con le persone dosabili è essenziale non essere condizionati dal tempo e bisogna avere come ha giustamente sottolineato il faccilitatore, empatia.
Il secondo esercizio proposto era basato sulla fiducia e una persona ad occhi chiusi simulando la cecità doveva farsi accompagnare attraversando con l’aiuto d’altra tutta gli ostacoli e le piccole barriere presenti in l’aiuto esclusivo della voce di chi l’accompagnavano.
Un'altra parte della serata è stata dedicata alla proiezione di un corto metraggio che narrava la storia di gamba trista e trista come si usa dire a Bologna in dialetto significa scadete.
In questo racconto in cui l’autore parlava del suo cugino disabile il personaggio, non potendo utilizzare le gambe aveva enormemente imparato ad utilizzare le braccia.
Il lato veramente originale si osserva quando questo ragazzo rifiutato dal padre della ragazza che amava prima di sfrace4llarsi al suolo ha compreso l’importanza dell’utilizzo del braccio per evitare di morire.
L’esperienza originale di questa parte del filmato può essere questa chi ama alla fine ti suggerisce sempre il modo per uscire dalla situazione più pericolosa in cui una persona disabile può venirsi a trovare.

L’amore cancella tutte le differenze.

Carlo aveva aperto la serata narrando la sua esperienza di persona disabile che era riuscita ad essere autonomo e come quest’elemento d’autonomia abbia favorito il distacco dal suo nucleo familiare.
Elemento particolare in senso corretto come sia riuscito a far accettare al padre la sua sce4lta e altro stimolo essenziale come il padre aveva un figlio disabile e ha ritrovato l’autonomia di un figlio che superato la disabilita.
Nella sua esperienza Carlo ha posto l’accento come per sia stato importante imparare a giurare i suoi amici verso i suoi bisogni e non il contrario perché alla fine si rischia che la persona che sta con vive due volte invece deve imparare a vivere una volta sola.
Nella sua esperienza a Bovi ha posto l’accento che l’esperienza condominiale alla fine quando non è filtrata da troppe mediazioni finisce per essere abbastanza simile alla vita condominiale di un qualsiasi altro palazzo di questa città.
La mia conclusione molto personale è che in fondo la nostra vita di persone non ha niente di straordinario perché anche siamo persone che vivono in questa società e che inevitabilmente possono subire le frustrazioni le gioie di tutti i proponendo e un nuovo orizzonte mentale che fa crescere la qualità dei rapporti sociali di cui questa società per trasformarsi in società aperta ha urgente necessità.

Marco Mignardi

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